Trasporti pesanti, a quando un’elettrificazione competitiva?

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Per decarbonizzare i trasporti la trazione elettrica sembra la soluzione più a portata, ma manca ancora il salto di qualità

La tecnologia è matura, dunque cosa manca all’elettrificazione dei trasporti pesanti per iniziare a far sentire il proprio peso su strada? Convenienza economica, infrastrutture e standard condivisi a livello internazionale.

È quanto emerge – per la verità senza sorprendere molto – da un analisi del Ministero dei trasporti spagnolo, che lascia però intravedere una traccia chiara per quello che sarà il prossimo futuro dei trasporti commerciali.

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Veicoli elettrici, i furgoni non bastano

Per ottenere risultati significativi nella riduzione delle emissioni inquinanti imputabili al mondo dei trasporti, pensare di elettrificare solo i furgoni di tutto il panorama commerciale, non è sufficiente.

I camion sono il vero target dell’elettrificazione e, stando ai tanti progetti pilota avviati ed anche conclusi, la tecnologia per un impiego almeno sul medio raggio, c’è.

Il punto cruciale orbita intorno alla questione della competitività economica, che per gli operatori del settore è decisiva per effettuare il salto verso l’elettrico.

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Costi sostenibili e competitivi

Uno studio effettuato da Transport&Environment in collaborazione con il Ministero spagnolo dei trasporti presenta uno scenario ottimistico, calcolando che i costi di proprietà di un mezzo pesante a trazione elettrica saranno competitivi, non solo sostenibili, a partire dal 2025, ossia nel giro dei prossimi tre anni.

Per l’idrogeno bisognerà attendere sino al 2030 perché sia economicamente preferibile al classico diesel.

Il tutto al netto degli sviluppi internazionali in merito all’energia, dato che i costi dei carburanti dipendono anche dallo scacchiere geopolitico, come anche quelli di elettricità e gas; è chiaro che un maggior investimento in fonti rinnovabili ed in canali di fornitura alternativi agli attuali porterebbe a ridurre l’impiego di combustibili fossili e la dipendenza da un Paese come la Russia.

Dunque, se l’energia fosse green, anche i trasporti elettrici entrerebbero in una strategia di emancipazione dal petrolio e dal gas di Mosca.

A vantaggio dei veicoli con motore elettrico andrebbe la stessa vita utile del mezzo, in prospettiva più longeva ed efficiente di quelli a combustione.

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Ancora poca infrastruttura

Il problema principale, rimanendo nel pratico, è l’infrastruttura dedicata a veicoli pesanti elettrici e ad idrogeno: qualsiasi analisi fatta sul Vecchio Continente evidenzia lo stesso punto debole, ossia l’insufficienza delle reti di rifornimento l’eccessiva frammentazione degli standard.

Si tratta di ostacoli che rendono impossibile il rispetto anche degli obiettivi che la stessa Unione Europea si è proposta di raggiungere entro il 2050.

 

Intanto DHL investe sui camion elettrici

A dimostrazione che la strada scelta dal settore per decarbonizzarsi nelle sue operazioni quotidiane di trasporto merci è questa, arriva la notizia che DHL, Deutsche Post DHL Group, ha appena firmato un accordo con la scandinava Volvo Trucks per avere 44 nuovi camion elettrici.

L’utilizzo di questi mezzi è già stato testato in ambito interurbano nel 2020 a Londra e la flotta in ordine sarà distribuita a servizio delle diverse sedi nazionali di DHL in Europa.

Otto camion elettrici sono stati assegnati a DHL Parcel UK e due a DHL Freight, con un risparmio annuale stimato di CO2 emessa pari a 600 tonnellate e 225mila litri di diesel non consumati.

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