Trasporto marittimo: le emissioni delle navi colpiscono anche le città

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Image by fanjianhua on Freepik
I fumi delle navi sia da crociera che cargo producono un inquinamento superiore a quello del traffico veicolare cittadino e costituiscono un problema di crescente preoccupazione

L’inquinamento atmosferico causato dalle navi da crociera e mercantili è un problema sempre più rilevante.

Uno studio condotto da Transport & Environment, un’organizzazione ambientalista indipendente europea, ha classificato Genova come il terzo porto italiano, dopo Civitavecchia e Napoli, e il tredicesimo in Europa per l’inquinamento atmosferico generato dalle navi da crociera.

Nel 2022, sono state registrate 31 navi da crociera nel porto genovese, le quali hanno emesso 8,5 tonnellate di ossidi di zolfo (Sox) e 28.580 tonnellate di anidride carbonica (CO2). Secondo l’organizzazione ambientalista, l’inquinamento causato da queste navi è 2,5 volte superiore a quello prodotto dal traffico veicolare in città.

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Le compagnie di navigazione contestano i dati presentati nello studio, sostenendo che non sono attendibili e verificabili poiché la metodologia di calcolo non è stata divulgata. Inoltre, si basano su proiezioni anziché su misurazioni effettive, e le assunzioni di base risalgono ad alcuni anni fa.

Nonostante le polemiche, l’impatto ambientale delle navi che fanno scalo nei porti resta un argomento di preoccupazione.

Oltre alle navi da trasporto passeggeri, anche le navi mercantili rappresentano una fonte significativa di inquinamento.

Secondo studi condotti, queste navi sono responsabili di oltre il 90% del trasporto mondiale di merci, e le loro emissioni di gas a effetto serra continuano a crescere. Si stima che le emissioni di CO2 delle navi mercantili rappresentino circa il 2,5% delle emissioni globali totali.

 

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Gli effetti degli inquinanti

Gli ossidi di zolfo emessi dalle navi sono particolarmente dannosi per la salute umana. La riduzione del tenore di zolfo nei carburanti marittimi è quindi fondamentale per limitare tali emissioni e migliorare la qualità dell’aria.

Né l’adozione degli “scrubber”, i filtri di cui sono dotate molte imbarcazioni, si ritiene possa essere la soluzione.

È necessario adottare misure più rigide per garantire che le navi rispettino norme ambientali più stringenti e utilizzino combustibili più puliti se si desiderano realmente limitare se non annullare gli effetti degli inquinanti sulle zone delle città portuali più esposte.

A tale proposito, i monitoraggi effettuati dall’Arpal, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure, hanno evidenziato un aumento del 20% di biossido d’azoto e del 3% sulle polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) causati dalle emissioni navali nelle zone della città limitrofe al porto di Genova.

I livelli di inquinamento, come ripotato dal quotidiano locale Secolo XIX, sono calati, non solo nella zona portuale, durante gli anni di pandemia quando nel capoluogo ligure è stata registrata una flessione di circa il 10% dei livelli medi di NO2, che sono poi risaliti non appena tolte le limitazioni dovute al Covid.

 

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L’elettrificazione delle banchine

Secondo Transport & Environment, sulla base dei dati analizzati nel loro studio, la vera priorità per intervenire significativamente è quella di elettrificare i consumi energetici durante la permanenza in porto e all’ancora delle navi.

L’elettrificazione delle banchine, che consente l’alimentazione da terra di energia elettrica senza dover utilizzare i motori delle navi stesse, è in corso di attuazione nei principali porti.

A Genova, attualmente, alcune zone dei bacini di carenaggio sono già elettrificate, mentre le aree in cui attraccano navi passeggeri, come le navi da crociera e i traghetti, saranno elettrificate a partire da settembre di quest’anno.

Altre zone del porto, caratterizzate maggiormente da traffico mercantile, stanno anch’esse procedendo con l’elettrificazione.

I tempi di realizzazione dipendono anche dalle risorse economiche che saranno messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che richiede il completamento entro dicembre 2025.

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