Ultimo miglio a impatto zero: soluzioni cercasi

Condividi
L’aumento delle consegne urbane e le ricadute su traffico ed ambiente preoccupano le grandi città in tutto il mondo che cercano soluzioni adeguate

L’incremento esponenziale delle consegne a domicilio negli ultimi anni, frutto di una sostanziale affermazione, in tutti i maggiori paesi occidentali, dell’e-commerce, ha stravolto i canoni della logistica tradizionale.

La dimensione del fenomeno è resa da alcune cifre recentemente diffuse da una ricerca della Casaleggio Associati, società che da molti anni studia l’evoluzione del canale di vendita digitale, che stima il volume globale dell’e-commerce BTC per il 2023 in oltre 6mila miliardi di dollari.

Un valore più che quadruplicato rispetto al consuntivo di soli dieci anni prima, allorché il fatturato 2014 stimato nel mondo è stato di 1.336 miliardi di dollari e poco meno che raddoppiato rispetto al 2019, anno segnato dall’inizio della pandemia, quando il volume si era fermato a 3.351 miliardi.

Pur tenendo presente che i dati dell’ultimo biennio, per la prima volta, hanno dovuto tener conto dell’inflazione, la rapidità e la dimensione della crescita osservata sono innegabili e hanno coinvolto tutte le aree geografiche.

Il 50% delle vendite on line è infatti realizzato in Asia dove la Cina detiene il primato con un volume di circa 1.570 miliardi di dollari pari a quasi un quarto delle vendite totali di beni di consumo al mondo.

Nei paesi occidentali, a far da contrappeso sono gli Stati Uniti che si stima rappresentino circa il 30% delle vendite BTC on line con un fatturato di circa 1.800 miliardi di dollari e dove un acquisto su cinque passa per la rete.

Il canale on line ha fatto proseliti anche in Europa dove risulta coinvolta il 60% della popolazione con un fatturato ormai superiore a 800 miliardi in aumento del 33% rispetto al 2020.

Anche l’Italia, malgrado un avvio lento, solo 24 miliardi di fatturato nel 2014, nel 2022 ha raggiunto il traguardo di 75,89 miliardi (+18,59% rispetto al 2021) e si stima possa crescere quest’anno ancora di un ulteriore 17%, incremento però in parte assorbito dall’inflazione.

Leggi anche:
L’e-commerce ha meno fretta

 

Zero Emission Delivery Zone

Il boom dell’e-commerce, soprattutto nella misura sopra descritta, nella maggior parte dei casi ha trovato strutture cittadine impreparate a ricevere un flusso commerciale parcellizzato, caratterizzato da piccole consegne continue, aggiuntivo rispetto al traffico normale, con necessità di spazi di sosta, rapide fermate e ripartenze.

Senza considerare le caratteristiche di molte città dotate di centri storici poco adatti a tale tipologia di traffico commerciale e l’esigenza, di certo non secondaria, di salvaguardare la salute dei cittadini e l’ambiente.

Il cosiddetto ultimo miglio rappresenta pertanto una criticità che va aumentando con l’incremento stesso delle vendite elettroniche.

Il problema è già all’attenzione dei grandi player logistici che stanno sperimentando iniziative volte almeno a contenere il fenomeno offrendo, ad esempio, la consegna, alternativa al domicilio del cliente, presso un negozio fisico o un punto preciso di raccolta.

Allo stesso modo, anche le municipalità hanno allo studio soluzioni più o meno creative per limitare traffico commerciale aggiuntivo e contenere l’inquinamento ambientale.

In alcune città, tra queste Portland, nello stato dell’Oregon negli Stati Uniti, si pensa di lanciare un progetto pilota definito “Zero-Emission Delivery Zone” che ha lo scopo di promuovere modalità di trasporto sostenibili.

Il progetto prevede la definizione di alcune aree situate al di fuori del centro della città in cui i mezzi dotati di motori a combustione interna, benzina o diesel, possono scaricare le loro merci e trasferirle su veicoli elettrici a emissione zero con cui effettuare le consegne.

Il piano, finanziato dal programma di sovvenzioni per il rafforzamento della mobilità gestito dal Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, con quasi 2 milioni di dollari, prevede anche la creazione di aree di sosta e parcheggio per i camion che utilizzano combustibili fossili.

Il test durerà da sei a nove mesi prima di assumere decisioni definitive.

Leggi anche:
Distribuzione ultimo miglio: il nodo delle tecnologia di supporto ai corrieri

 

 

Micro hub di consegna locali

Un altro esempio di soluzione per l’ultimo miglio, anch’essa ideata negli USA ma di interesse per una molteplicità di altre città, indipendentemente dalla loro collocazione geografica, è allo studio a New York City.

Anche la grande Mela si è infatti trovata a gestire l’aumento delle consegne business-to-consumer passate dal 40% prima della pandemia all’attuale livello di 80%.

Il problema dei mezzi addetti alla logistica che devono attraversare le aree residenziali della città, creando inevitabili congestioni del traffico e situazioni di difficoltà per le brevi soste e per i parcheggi, ha suggerito al Dipartimento dei Trasporti della città di intervenire.

Inoltre, il dipartimento deve fare i conti con le lamentele dei residenti che pur desiderando consegne a domicilio rapide ed efficienti, vorrebbero un numero ridotto di camion per le vie della città, maggior ordine nel traffico e possibilmente trasporti più sostenibili sul piano dell’ambiente.

La proposta, che recepisce anche il desiderio dei vettori di poter lavorare in situazioni di traffico meno caotico e tale da consentire risparmi nei tempi e nei costi, in particolare di carburante, prevede l’istituzione di micro hub di consegna locali finalizzati a ridurre il traffico di camion e le emissioni di gas inquinanti.

I micro hub saranno luoghi designati all’interno della città dove sarà possibile scaricare la merce per trasferirla su mezzi di trasporto a basse o nulle emissioni come veicoli elettrici o cargo bike, idonee alle consegne dell’ultimo miglio.

La loro collocazione, inizialmente pensata nel numero di 20 da testare, dovrà tenere conto della vicinanza ai tragitti dei camion e dei percorsi da compiere per le consegne finali, con lo scopo primario di organizzare al meglio il lavoro dei vettori e garantire la sicurezza dei residenti.

Dopo la prima fase del progetto, essenzialmente di monitoraggio delle operazioni, la seconda fase che sarà attuata tra il 2024 ed il 2026, valuterà l’espansione del numero finale di hub necessari, i partner di consegna, le eventuali modifiche normative da apportare.

Ti potrebbero interessare