Visibilità della Supply Chain, un miraggio da raggiungere

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Antichi cliché duri a morire impediscono la realizzazione di una vera trasparenza: a vedere oltre i fornitori di primo livello sono ancora in pochi

Nella gestione di una catena di approvvigionamento ci sono poche cose che provocano danni, a livello sia esplicito, sia occulto, come la mancanza di visibilità reciproca delle sue parti. Si tratta di un ‘male atavico’ che la Supply Chain si porta dietro da decenni e non sono rari gli esempi di pionieristici tentativi di affrontarlo che risalgono agli anni Novanta (o prima) del Novecento.

Tuttavia ancora oggi, secondo una ricerca del noto istituto privato Deloitte, appena il 15% dei manager logistici ha visibilità al di là dei propri fornitori di primo livello. Insomma, pensare di sbirciare i processi dei propri Tier3 è impensabile per i più.

Il problema è che nel frattempo il mondo è cambiato, si è digitalizzato, le interconnessioni viaggiano a ritmi vertiginosi e la facilità, nonché l’ubiquità, con la quale è possibile reperire informazioni in tempo reale rende anacronistico che gli anelli della stessa catena non si parlino.

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Visibilità e Supply Chain: perché è male non disporne

Dare una risposta implicherebbe un intero ciclo di articoli, ma alcune motivazioni sono presto riassumibili. Il ‘non vedersi’ reciproco degli anelli della catena di approvvigionamento porta essenzialmente a delle perdite di coordinazione e di efficienza, due aspetti che influiscono direttamente su risorse e tempi, vale a dire un qualcosa che conduce a perdite enormi in un mercato volatile e fluido come l’odierno.

Se l’obiettivo è servire al meglio il cliente, l’unica strada è la visibilità: essa non è una semplice funzione operativa, è il punto di partenza per costruire un processo funzionante e reattivo di fronte ai cambiamenti.

Quanto va infatti considerato è che l’impatto della visibilità della Supply Chain va ben oltre la dimensione del singolo, dell’azienda, ma interessa l’intera catena con un effetto domino altrimenti incontrollabile: la mancanza di visibilità influisce su tutte le attività, dalla soddisfazione del cliente al rispetto dei contratti.

Neppure misurare il successo è fattibile senza grossolani errori di prospettiva, se manca visibilità.

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Il nemico della visibilità

Il nemico numero uno della visibilità tra le parti di una Supply Chain è sostanzialmente l’assenza di fiducia reciproca.

Si tratta di un atteggiamento radicato nelle aziende, ma che appartiene ad una mentalità passata: gli anelli della catena potevano permettersi di pensarsi in costante competizione tra loro e possibili di vittime di svantaggio dalla condivisione delle informazioni in proprio possesso nei mercati degli anni ’70, ’80, forse ancora ’90.

Sono almeno vent’anni la condivisione di analisi e dati fa la forza, generando anche fiducia reciproca negli elementi della squadra.

Nella realtà odierna non costruire una rete di scambi e decisioni condivise e trasparenti porta ad un inesorabile affondamento in solitaria.

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Un tentativo pro-trasparenza: la blockchain

Il problema relativo alla fiducia tra le parti persiste a tutt’oggi, tanto che una delle strade che viene sondata è quella della blockchain.

Con i suoi meccanismi essa offre infatti una certezza sulla tracciabilità e sulla non manomissibilità della filiera e delle informazioni, garantendo verifiche continue sull’affidabilità della catena.

La blockchain non è però la panacea di tutti i mali: si tratta solo di uno strumento e ciò che realmente deve cambiare è l’approccio aziendale, che deve mirare ad una maggior collaborazione.

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Visibilità e processi decisionali

La mancanza di visibilità ha implicazioni a livello aziendale, è trasversale e ha un impatto su tutte le funzioni, comprese quelle decisionali: oggi gli approcci up-over-down non danno più i risultati attesi.

Sono fondamentali leadership forti, ma che si basino su un processo decisionale visibile come la catena stessa, in quanto la comunicazione interfunzionale è divenuta basilare.

Se nessuna azienda, non importa quanto grande, può raccogliere tutte le informazioni rilevanti necessarie per una solida tracciabilità, lo stesso vale anche per i dati necessari a prendere decisioni corrette. Dalla partnership ne esce rafforzato il vantaggio competitivo sia delle singole aziende che dell’ecosistema.

 

Le ricadute pratiche

La visibilità multilivello aiuta in tante aree a raggiungere risultati migliori: generare un ecosistema aperto al suo interno, dove testare il valore degli scambi di dati è possibile aiuta a comprendere l’impatto della pianificazione sugli aspetti pratici del lavoro.

Tracciare ordini, avere continuità di forniture, controllare le spedizioni dall’allocazione alla consegna, essere reattivi nei confronti dei cambiamenti di domanda e offerta consente di limare innumerevoli costi, aumentando l’efficienza complessiva della catena.

La visibilità può essere resa interfunzionale, favorendo la nascita di un modello di business diverso, più trasparente ed efficace sul lungo termine.

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