Batterie al litio, linee guida per un trasporto in sicurezza

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La movimentazione via container di sempre maggiori quantitativi di batterie al litio pone in primo piano il problema della sicurezza e la necessità di rispettare precise linee guida

La diffusione delle batterie a ioni di litio è enormemente aumentata dall’inizio del nuovo millennio in poi, ponendosi dapprima come soluzione ideale per gran parte dell’elettronica di consumo, telefonia in primis, e quindi caratterizzando lo sviluppo dei veicoli elettrici.

Oggi il loro impiego è diventato comune e le batterie al litio, grazie alle caratteristiche di minor peso e dimensioni rispetto ad altre tipologie di accumulatori, unite ad una maggior capacità e durata, costituiscono la tecnologia di riferimento per svariate applicazioni d’uso quotidiano.

Il loro crescente utilizzo nell’industria dell’automotive ha assunto un andamento esponenziale, ponendo il problema della loro movimentazione nella catena logistica, stante l’attuale situazione che vede i maggiori siti produttivi quasi tutti collocati in oriente. 

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Batterie al litio, quasi solo rotte asiatiche

Infatti, tra i primi dieci produttori di batterie a ioni di litio al mondo ben otto si trovano in Asia (tre in Cina, altrettanti nella Corea del Sud e due in Giappone), solo uno, Tesla, negli Stati Uniti ed uno, Clarios, in Germania.

Con riguardo alla produzione rivolta alle auto elettriche, in Asia si concentra circa il 90% della produzione mondiale.

Il trasporto avviene prevalentemente in container via mare, essendo quello aereo molto limitato.

Non a caso, dagli scali marittimi giungono le maggiori preoccupazioni sia degli operatori che degli assicuratori che paventano, in assenza di idonee raccomandazioni e di una adeguata preparazione, i rischi di operazioni errate, tali da provocare danneggiamenti alla merce trasportata che, per la sua particolarità, potrebbero essere causa di incendi, esplosioni o rilascio di gas tossici.

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Le batterie al litio sono davvero pericolose?

La tecnologia alla base delle batterie a ioni di litio è relativamente recente in quanto si è sviluppata negli anni Novanta ed è stata subito oggetto di grande attenzione da parte della ricerca e dell’industria per le sue specifiche che, in estrema sintesi, consentono di avere maggior densità di energia per unità di peso, vale a dire poter immagazzinare grandi quantità di energia in volumi più piccoli e più leggeri, grazie anche al litio che è il metallo meno pesante.

In pratica l’introduzione della batteria a ioni di litio ha costituito una svolta per contenere il problema del peso e della dimensione, oltre che della forma non più vincolante, che avevano fortemente condizionato l’uso della precedente generazione di batterie, quelle al piombo, ad esempio.

A queste specifiche doti, poi se ne aggiungono altre, come l’assenza di effetto memoria e la maggiore durata.

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Per contro presentano anche degli svantaggi che nascono dal suo principale plus. Disponendo di una grande densità per le sue dimensioni, in presenza di un cortocircuito, possono surriscaldarsi e dar vita al fenomeno della “fuga termica” che altro non è che una reazione a catena che se innescata porta a temperature molto elevate (fino a 600-1000 °C), emissione di gas tossici e può essere origine di un incendio.

La fuga termica può essere provocata principalmente da errori di progettazione, da sovraccarico, riscaldamento esterno, scarica eccessiva, danni strutturali, shock esterno

Occorre comunque dire che esistono diverse tipologie di batterie al litio e lo sviluppo continuo, sorretto proprio dai grandi numeri di produzione realizzati e attesi, continua a migliorarne la qualità. 

Solo per fare un esempio le batterie al litio Ferro Fosfato (LiFePO4), che si vanno affermando nell’automotive, non rilasciano gas tossici, inoltre il pericolo di surriscaldamento è generalmente inferiore a quello di altre batterie.

 

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Le prime linee guida

Il CINS (Cargo Incident Notification System), unitamente ad alcuni gruppi assicurativi, ha recentemente iniziato a sviluppare una guida sul trasporto sicuro delle batterie agli ioni di litio nei container. La pubblicazione contiene una prima parte formativa sulle caratteristiche e sul funzionamento degli accumulatori in questione e sul rischio delle fughe termiche.

Un’altra sezione affronta le specifiche per la scelta del container corretto, gli imballaggi, lo stivaggio sulle navi portacontainer e quindi dà utili indicazioni sul rilevamento e la gestione di eventuali incendi.

Si tenga conto, infatti, che le fughe termiche possono essere causate da sollecitazioni meccaniche così come da shock termici o elettrici e occorre essere consapevoli che un incendio si può innescare e raggiungere temperature proibitive in pochi secondi.

Molto spesso la stessa conformazione delle navi può contribuire a peggiorare una situazione di pericolo a causa di soffitti bassi che intrappolano il fumo o per i materiali costruttivi soggetti a facile deformazione.

Le linee guida, che costituiscono ancora un lavoro in completa evoluzione, vogliono anche esortare tutte le parti coinvolte, dalla produzione ad ogni attività della supply chain, a contribuire all’ottimizzazione della sicurezza durante il trasporto.

Le prossime fasi che andranno ad arricchire la guida comprenderanno specifiche liste di controllo per la conformità normativa, la valutazione del rischio e come rispondere alle emergenze, e la formazione attraverso la sensibilizzazione educativa.

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