L’idrogeno ‘verde’ si fa strada nella logistica

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Amazon implementa un piano di fornitura globale di idrogeno per costruire un ecosistema sostenibile end-to-end per sé e per terzi

Una notizia apparentemente legata ad un singolo brand può, quando si tratta di una delle famose ‘big-tech’, essere il preludio ad un cambiamento di scala mondiale.

Non dovrebbe dunque passare inosservata la decisione di Amazon di stipulare un contratto di fornitura di idrogeno verde con Plug Power, società specializzata nel settore: la prima motivazione dell’accordo è il raggiungimento dell’obiettivo da parte della società di Bezos della carbon neutrality entro il 2040.

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La fornitura ad Amazon

Di per sé la partnership in questione è un potenziamento di quanto già fatto a partire dal 2016, anno dal quale Plug Power ha fornito ad Amazon oltre 15.000 celle a combustibile a idrogeno in sostituzione delle tradizionali batterie dei carrelli elevatori elettrici in 70 centri logistici.

Adesso i numeri di questa fornitura toccheranno, a partire dal 2025, le quasi 11.000 tonnellate all’anno di idrogeno verde, il che dovrebbe far fare un balzo avanti nella decarbonizzazione dei processi logistici del colosso della distribuzione e far toccare i 3 miliardi di dollari di fatturato a Plug Power.

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Un ecosistema di servizi ad idrogeno

La notizia, al di là del mero valore di cronaca, ha almeno due piani di lettura. Fermo restando che uno studio puntuale ed imparziale sul reale impatto ambientale delle operazioni mondiali di un colosso come Amazon non esiste, è un dato che l’iniziativa da parte di un brand così iconico possa fare da volano per un cambiamento nel settore, portando l’idrogeno, per una questione di proporzioni e numeri, ad essere più viabile economicamente anche per aziende più piccole.

In secondo luogo, è l’ottica di Plug Power – se non della stessa Amazon, che nel tempo non si è tirata indietro nell’acquisire rami aziendali altrui per diversificare, ma anche porsi in posizione di oligopolio in settori da essa stessa generati – ad avere dell’interessante.

 

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L’obiettivo dell’operazione con Amazon è infatti di «Costruire un ecosistema completo basato sull’idrogeno dalla molecola alle applicazioni, combinato con una rete resiliente di impianti di idrogeno verde in tutto il mondo, rendendo più facile l’adozione dell’idrogeno», come ha affermato Andy Marsh, CEO di Plug. 

«La garanzia di un accordo di fornitura di idrogeno verde con un cliente come Amazon convalida il nostro investimento pluriennale e l’espansione strategica nell’idrogeno verde. Siamo entusiasti di espandere la nostra relazione con Amazon per esplorare l’uso di altre applicazioni a idrogeno, come i camion elettrici con celle a idrogeno e i sistemi di alimentazione stazionari sostenibili alimentati a idrogeno che potrebbero dare energia agli edifici di Amazon, nonché l’impiego di elettrolizzatori nei centri logistici».

Assicurarsi una fornitura capillare e su scala mondiale, rendere dunque praticabile l’utilizzo e darsi la possibilità di espandere i test in situazione reale: per l’idrogeno potrebbe essere la volta buona per uscire dal cassetto delle proposte ‘Cenerentola’ dell’energia. 

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