Packaging, una rivoluzione dal nuovo regolamento UE

Condividi
Con l’obiettivo di eliminare gli imballaggi superflui, la Commissione Europea punta sul riuso ed il vuoto a rendere più che sul riciclo

Da diversi anni, complici i continui allarmanti rapporti sullo stato dell’ambiente, le organizzazioni mondiali per la salvaguardia ecologica denunciano i danni provocati dall’abbandono di imballaggi ed in particolare di plastica monouso.

Sarebbe, a tale proposito, sufficiente far riferimento alla situazione dei nostri mari e fiumi per rendersi conto di come la presenza di rifiuti non biodegradabili, peraltro in quantità rilevante, abbia ripercussioni sulla salute dell’ambiente e su molte attività, quali ad esempio la pesca.

La Commissione Europea da tempo ha inserito il problema della riduzione dell’incidenza di determinati materiali, quali ad esempio la plastica monouso, sull’ambiente stabilendo tempistiche per la loro abolizione.

Image by rawpixel.com on Freepik
Leggi anche:
Il futuro del packaging: ecologico e riutilizzabile
Packaging carta e cartone: scende il contributo ambientale per le imprese

Allo stesso tempo ha cercato di favorire e promuovere i principi dell’economia circolare sintetizzabili in ridurre, riutilizzare, riciclare.

Nonostante ciò, i rifiuti da imballaggio sono in costante crescita al punto che ogni cittadino europeo si stima che ne generi 180 kg all’anno e si calcola che il 40% della plastica ed il 50% della carta utilizzati nella UE sono destinati al settore dell’imballaggio.

Il timore, concreto, è che in assenza di qualsiasi nuova azione la crescita di tali rifiuti raggiunga un ulteriore 19% entro il 2030 e possa essere addirittura del +46% per la plastica.

L’insieme di queste motivazioni ha indotto la Commissione Europea a presentare il 30 novembre di quest’anno una nuova proposta di Regolamento centrato su “Imballaggi e rifiuti di imballaggio” finalizzata a eliminare gli imballaggi superflui promuovendo il riuso ed il vuoto a rendere piuttosto che il riciclo.

Contestualmente è stata anche emanata una Comunicazione “Eu policy framework on biobased, biodegradable and compostable plastics” che mira a chiarire le definizioni ed i contenuti delle materie plastiche di base anche per limitare gli ambiti di confusione che si sono creati sul mercato.

Nuovo Regolamento e Comunicazione fanno parte del Piano d’azione per l’economia circolare del Green Deal Europeo che recepisce le richieste espresse dagli europei alla Conferenza sul futuro dell’Europa.

Image by bublikhaus on Freepik
Leggi anche:
Packaging, forniture a rischio: cosa fare?

Gli obiettivi temporali

La nuova misura si prefigge di ridurre entro il 2040 i rifiuti di imballaggio del 15% pro-capite per ogni Stato membro, rispetto ai valori del 2018.

Il raggiungimento dell’obiettivo prevederà una gradualità esprimibile nel 5% entro il 2030 ed il 10% entro il 2035. Settore per settore, potranno poi essere fissate percentuali più specifiche. L’obiettivo sarà conseguito sia attraverso metodologie di riutilizzo che con il riciclo.

Per favorire il riuso, la proposta prevede anche l’introduzione di sistemi obbligatori di restituzione di contenitori quali bottiglie di plastica e lattine d’alluminio, oltre all’adozione di tecniche commerciali di cauzione-rimborso.

Entro il 2030, tutti gli imballaggi dovranno essere completamente riciclabili mentre saranno vietate tutte le forme di imballaggio chiaramente non necessarie.

Il Regolamento rende poi obbligatoria l’apposizione di un’etichetta riportante i materiali utilizzati e il flusso di rifiuti a cui è destinato.

Queste misure, secondo i commissari UE, consentiranno di ridurre entro il 2030 le emissioni gas serra derivanti dagli imballaggi a 43 milioni di tonnellate rispetto al valore di 66 milioni previsto in assenza di nuovi interventi.

Alla stessa data, il consumo idrico beneficerebbe di un risparmio di 1,1 milioni di metri cubi ed i costi del danno ambientale sarebbero ridotti di 6,4 miliardi di euro.

 

Leggi anche:
Costi energetici, dal packaging alle ceramiche industria a rischio

Riuso vs Riciclo

Il Regolamento proposto introduce e favorisce il concetto di riuso rispetto a quello di riciclo che sino ad oggi era invece parso più facilmente accettabile da parte delle aziende produttrici di imballaggi e, aveva suscitato positivi interessi in molti settori.

In paesi come l’Italia, peraltro, il riciclo è stato oggetto di investimenti e ha dimostrato di poter dare ottimi risultati e funzionare bene come colonna portante dell’industria dell’economia circolare in via di rapida affermazione.

Malgrado le rassicurazioni della Commissione UE, le critiche al provvedimento non sono mancate, non solo da parte italiana, ma anche dell’European, l’associazione che riunisce le principali aziende dell’industria europea degli imballaggi.

Si rileva che, oltre al rischio di fare un clamoroso passo indietro vanificando gli sforzi fatti per affermare il riciclo, si possa avere un contraccolpo negativo sulle aziende che producono imballaggi e su quelli che li trattano poi come rifiuti.

La stessa UE ammette che ci sarà una notevole contrazione di posti di lavoro nel settore degli imballaggi monouso ma, ritiene, compensata dai posti creati dal settore del riutilizzo.

 

Leggi anche:
La rivoluzione (ecologica) del packaging

L’impatto sulla filiera logistica

Negativo anche l’impatto nel mondo della logistica che rileva le contraddizioni con gli stessi obiettivi posti dalla UE in materia di impatto ambientale ed esprime preoccupazione per i costi che possono ricadere sull’intera filiera del packaging.

Costi che inevitabilmente si ribalteranno sulle filiere industriali di svariati settori dall’alimentare alla sanità, facendo lievitare anche quelli al consumatore finale.

Non si comprende, infine, perché si sia deciso di usare lo strumento del Regolamento. in luogo di quello della Direttiva comunitaria.

Il regolamento, infatti, è uno strumento molto più rigido e comunque vincolante per tutti gli stati membri dell’Unione Europea. 

La direttiva, invece, ha maggiore flessibilità e si presta a modellarsi maggiormente sulle specificità di ogni singolo stato. Essa, infatti, dopo la sua emanazione deve essere recepita da ogni paese che può tenere conto delle proprie peculiarità.

La proposta dovrà ora seguire la procedura legislativa e confrontarsi in sede di Consiglio Europeo con le posizioni dei diversi Stati membri.

Ti potrebbero interessare