Distribuzione e retail, tutto passa dalla gamification

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Il commercio elettronico spazzerà via il retail fisico? Non è detto: si va verso una realtà mista

La ‘presa di potere’ dell’eCommerce e del commercio elettronico in genere è un dato di fatto che in questi due anni si è affermato come mai aveva fatto prima. Molti hanno gridato ‘al lupo!’ a più riprese, prevedendo l’imminente fine della vendita al dettaglio analogica.

La realtà è però ben più complessa e, che si tratti di GDO o di retail del fashion o di altro ancora, il commercio tradizionale si sta riassestando all’interno di un nuovo ecosistema fatto di elementi fisici e digitali.

Se i social sono già da anni strumento prediletto e capillare per la diffusione di iniziative marketing rivolte ai consumatori, l’eCommerce sta divenendo un’estensione digitale del punto vendita fisico, le strategie per coinvolgere e vendere si stanno evolvendo, la realtà aumentata e l’interconnessione offerta dall’IoT sta mostrando nuovi orizzonti.

Si potrebbe chiamarlo ‘marketing relazionale’: è il nuovo mix di strategie e strumenti in salsa ibrida, un po’ analogica e un po’ digitale.

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Tutto passa dalla gamification

Come a dire, siamo tutti degli eterni bambinoni. Il consumatore, si sa, un po’ è così: d’altronde, le esperienze migliori sono quelle che passano attraverso il gioco.

Il presupposto è sfruttare le tecnologie e gli ambienti digitali per trasmettere emozioni e sensazioni positive, che diventino ricordi positivi e, dunque, fidelizzino i clienti.

L’acquisto diventa un’azione sullo sfondo di un qualcosa che coinvolge in prima persona il consumatore: trasformare così il punto vendita fisico in uno scenario interattivo per un gioco, fruibile di persona come da smartphone o pc, ma con premi in palio da riscuotere fisicamente in negozio, apre ad una prospettiva nuova del rapporto relazionale tra venditore e cliente.

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Offrire esperienze

Si tratta d’altra parte della stessa intuizione che si ebbe quando si iniziò a ‘vendere esperienze’: oggi un brand non può solo pensare di contare sulla propria immagine cristallizzata, deve proporre delle vere e proprie esperienze ai suoi clienti.

Lanciare un prodotto deve essere contenuto sullo sfondo di un qualcosa che attiri effettivamente l’interesse di quel tipo di clientela, attraverso corsi, manifestazioni, eventi.

Chiaramente, il tutto deve essere fruibile di persone come da web, dove i social ed una corretta campagna di promozione e coinvolgimenti dei giusti influencer farà il resto.

 

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Espandere i confini

Intendendo i confini fisici di quanto viene offerto. Oggi per vendere un prodotto vanno mostrate ben più delle sue caratteristiche, sfruttando la realtà virtuale e il web, anche in modo più tradizionale, per consentire al cliente di valutare l’utilizzo di un dato prodotto o la user experience che ne deriva.

Tour virtuali, tutorial e quant’altro sono ormai parte della quotidianità dei consumatori, vanno dunque implementati già al momento della vendita, anzi, possono essere uno strumento per invogliare all’acquisto.

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Augmented Reality

Infine, la vera svolta arriverà con l’uso regolare della Realtà Aumentata: tutto quanto detto in precedenza sarà integrato in un unico ambiente, dove la parte virtuale potrà essere fruita anche stando in negozio.

Forse in un futuro ci si proverà un abito senza doversi cambiare, chissà: è però una normale e scontata evoluzione delle cose che la facilità di accesso ad informazioni sui prodotti, il confronto tra gli stessi in tempo reale e la fruizione di esperienze ed eventi si integrino ed accentrino in pochi strumenti (degli occhiali smart?) Nel prossimo decennio.

Per il retail, fisico e digitale, si tratta di un mondo tutto da esplorare e tutt’altro che morto.

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