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Stop al Last Mile selvaggio: New York prova a invertire rotta

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La crescita esplosiva dei magazzini di consegna dedicati al last-mile sta creando grattacapi significativi per New York City, che corre adesso ai ripari per arginarne l’espansione incontrollata. 

Al vaglio una serie di soluzioni che potrebbero fare da apripista per una maggior regolamentazione del settore non solo su scala regionale.

La crescita esplosiva dei magazzini di consegna dedicati al last-mile sta creando grattacapi significativi per New York City, che corre adesso ai ripari per arginarne l’espansione incontrollata. 

Al vaglio una serie di soluzioni che potrebbero fare da apripista per una maggior regolamentazione del settore non solo su scala regionale.

Last Mile e magazzini urbani: i principali problemi

Al primo posto tra le lamentele dei newyorkesi si trovano la il traffico e l’inquinamento derivato dall’aumento del traffico di camion associato ai magazzini last-mile.

Essi avrebbero infatti portato a una congestione stradale senza precedenti nella Grande Mela, pur già avvezza al traffico. 

Complice il solito eCommerce, le strade già affollate di New York sono ora intasate da veicoli che trasportano pacchi e merci, il che non solo rallenta le consegne stesse, ma contribuisce fortemente all’inquinamento atmosferico e acustico della città.

Impatto sulla salute pubblica

Ne consegue che l’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico causato dai camion può aggravare le conseguenze per la salute già esistenti per chi vive in aree densamente trafficate. 

Questo è tanto più vero per le comunità che abitano vicino ai magazzini last-mile: si tratta di fasce di popolazione spesso a basso reddito che risiedono in aree periferiche, che sono particolarmente interessate, a livello statistico, da problemi respiratori come l’asma.

Disuguaglianza sociale

Da qui si apre un’altra questione, ossia che la concentrazione di magazzini in alcune aree urbane e suburbane crei disuguaglianze. 

Le comunità già costrette a convivere con infrastrutture ad alto scorrimento devono ora affrontare ulteriori impatti negativi, come il rumore e la congestione aggiunto dai vettori degli spedizionieri.

New York City, le soluzioni in atto

A partire dal 2025, gli sviluppatori che intendono costruire nuovi magazzini last-mile dovranno ottenere un permesso speciale dal Consiglio Comunale. Questo permette di controllare direttamente lo sviluppo urbano e prevenire l’aggregazione eccessiva di magazzini in specifiche aree.

New York City sta anche introducendo una regolamentazione delle fonti indirette (ISR) di inquinamento per limitare le emissioni causate dai magazzini. Questo programma innovativo renderà la città la prima a implementare tale misura insieme al processo di permesso speciale.

Micro-Distribuzione

Un’altra strategia è l’orientamento verso soluzioni di taglio più piccolo per lo stoccaggio e la distribuzione più capillare delle merci.

L’iniziativa “City of Yes for Economic Opportunity” (COYEO) portata avanti a New York prevede proprio la creazione di micro-impianti di distribuzione: questa rete di punti di raccolta più piccoli dovrebbe ridurre la dipendenza dai grandi magazzini centralizzati.

Best Practice sul Last Mile a New York e negli USA

1. Magazzini Urbani Multi-Piano

Il Last Mile e la sua crescita – traffico di corrieri e richiesta di spazi per lo stoccaggio inclusi – non riguardano certo soltanto la Grande Mela. Sono diverse le metropoli in giro per il mondo che hanno cercato di affrontare lo stesso problema.

Guardando alle alternative, città come Los Angeles, Boston e Filadelfia stanno, per esempio, costruendo magazzini multi-piano. Lo sfruttamento dello spazio in questo modo ottimizza l’uso del terreno urbano, migliorando anche l’efficienza complessiva della catena delle consegne.

2. Collaborazione tra Stakeholder

Coinvolgere aziende, comunità e amministrazioni locali è essenziale per ridurre i conflitti di interesse e sviluppare soluzioni condivise: è la strada della partecipazione ai processi tra privati ed enti pubblici una delle chiavi, spesso trascurate, per evitare situazioni di attrito una volta che i fenomeni hanno raggiunto una soglia critica.

Le città possono infatti promuovere la collaborazione tra stakeholder per ridurre conflitti di interesse. Ad esempio, coinvolgere aziende, comunità e amministrazioni locali per sviluppare soluzioni condivise è una strada percorribile.

Cosa si fa in Europa?

L’Europa, dal canto suo, sta investendo in quelle che, con un certo gusto modaiolo, sono definite ‘innovazioni’. Ci riferiamo alla realtà aumentata ed alle sue applicazioni, ma anche a sistemi di monitoraggio per la consegna last-mile. 

Le best practice maggiormente perseguite includono la gestione delle aspettative dei clienti e l’attenzione alle esigenze locali.

Per esempio, gli investimenti in tecnologie come la realtà aumentata (AR) sono più diffusi in Europa che in Nord America, con il 69.2% delle aziende europee che prevedono di investire in AR oggi o in futuro.

Le aziende europee di consegna stanno in generale investendo in nuovi servizi come il Pick Up Drop Off (PUDO) e in sistemi flessibili che permettano cambiamenti in tempo reale delle consegne.

Le aziende dell’Europa orientale e dei paesi nordici si dimostrano più concentrate sull’aggiunta di nuove app e funzionalità, nonché sulla tecnologia che supporta nuovi servizi come il PUDO, dando al Last Mile europeo un taglio più improntato alla sua gestione digitale.

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