Svincolare prezzo dell’energia dal gas: il piano UE

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A Praga il 9 settembre i ministri dell’Energia della UE discuteranno della necessità di riformare il mercato dell’energia

Una riforma strutturale del mercato europeo dell’energia: è quanto chiedono gli industriali, i cittadini, ma anche la stessa presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen.

Si è ormai giunti ad un punto di non ritorno, con i ripetuti allarmi dei comparti industriali – dall’agronomico al tessile, all’industria pesante – per un realistico crack imminente dovuto ai ricarichi insostenibili dell’energia.

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Le richieste della politica nazionale

Argomento caldo della campagna elettorale ed è ormai noto a tutti che intorno alla partita dell’energia si gioca probabilmente una buona fetta del risultato elettorale.

A saperlo non sono soltanto i cittadini italiani, ma lo è anche Vladimir Putin, che con l’invasione dell’Ucraina ha determinato uno scossone definitivo al mercato dell’energia, rendendolo parte attivo della sua battaglia contro le potenze occidentali. 

Al di là dell’andamento del conflitto in Europa, è chiaro che il mercato per come è concepito attualmente è del tutto inadeguato, nonché esposto a fluttuazioni speculative incontrollabili.

L’incertezza è tale che non è nemmeno chiaro sino in fondo quale sia la parte giocata dagli olandesi a riguardo delle contrattazioni sul gas, la cui borsa ha sede proprio in quel paese.

Quella dell’energia è un’argomentazione cruciale per la stabilità dell’Unione Europea, intesa sia come gente comune, sia come tessuto industriale, e in quanto è in grado di condizionare i risultati elettorali.

 

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Un piano di emergenza europeo

Resta il fatto che l’Unione Europea e la commissione in particolare l’hanno preso atto che non si possa rimandare una decisione in merito: il prossimo 9 settembre è attesa una riunione straordinaria dei ministri dell’energia per discutere proprio la necessità di una riforma totale del mercato energetico. 

Si tratta di una decisione irrimandabile anche in virtù della complessità dello scenario, il quale non accenna a semplificarsi: negli ultimi mesi oltre alle limitazioni di forniture di gas dalla Russia si è aggiunta anche la compromissione dell’infrastruttura energetica francese, basata sui reattori nucleari.

Tra problemi tecnici, manutenzioni e croniche dipendenze, gli Stati dell’unione non possono più permettersi di cercare soluzioni unipersonali, ma devono ricorrere ad una strategia paneuropea.

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