Ultimo miglio, l’evoluzione attesa

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Tutte le trasformazioni che faranno del Last Mile un driver per i guadagni, affrancandolo dalle sole voci di costo

Il Last Mile Delivery, vale a dire l’ultimo miglio che le consegne devono coprire per giungere sino al cliente finale, è una branca sempre più a sé della distribuzione, di fatto una sezione autonoma della logistica moderna.

Una volta considerato ‘figlio’ del resto della catena di distribuzione, il Last Mile si è evoluto al punto tale da smarcarsi dal ruolo di costo, come era considerato, per divenire un potenziale driver per efficienza e guadagni.

Da adesso in avanti l’ultimo miglio potrebbe cambiare ancora e il ‘come’ non è impossibile da delineare.

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Ultimo miglio super fast

Il primo punto è la velocità del servizio. Il Last Mile sta diventando una partita che si gioca nell’ordine non più dei giorni, non delle ore, bensì dei minuti.

In realtà le consegne ultra veloci esistono addirittura dal 2005, quando Amazon le rese disponibili con il servizio Prime: adesso, però, si parla di recapitare un ordine dal negozio al cliente nel giro di un quarto d’ora.

A ‘sfondare’ il muro dell’ora e, adesso, della mezz’ora sono soprattutto le società di consegne che si occupano di food delivery; il servizio piace, negli USA funziona ed in Europa inizia a fare capolino.

Alle sue spalle, una riorganizzazione delle scorte e dei magazzini, con la rete dedicata al retail che funge non solo da vendita al dettaglio, ma anche da hub di smistamento in prossimità dell’acquirente.

 

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Parola d’ordine: flessibilità

La parola magica è ‘flessibilità’, anche per il Last Mile. A farla da padrone oggi sono infatti le volontà del cliente, che desidera sempre più scegliere le modalità di ritiro del prodotto acquistato.

In pochi minuti, nello stesso giorno, acquisto online e ritiro in negozio, acquisto in negozio e spedizione a casa: ce n’è per tutti i gusti e la spedizione deve avere una risposta per tutti.

Per supportare la tendenza molti operatori logistici aumentano le flotte a disposizione degli spedizionieri, ma anche chi vende deve investire di più sui servizi a corredo, come le politiche di reso.

 

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Automazione, anche qui

Il Last Mile non può esimersi dal farsi conquistare dall’automazione: si tratta di un processo necessario per tenere il passo.

Calcolare percorsi, incastrare orari, gestire la disponibilità della flotta e del personale con tutti gli imprevisti che possono abbattersi su una normale giornata di lavoro non è fattibile senza l’utilizzo di software e di tanti, tanti dati, meglio se in tempo reale.

L’automazione è inoltre un aspetto tangibile dell’ultimo miglio del prossimo futuro, con sempre più partnership attive tra chi consegna e chi dispone di flotte di veicoli a guida autonoma.

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Un ultimo miglio sostenibile

La transizione ecologica non salterà il capitolo del Last Mile, anzi: proprio su questa applicazione ha da subito iniziato a ‘picchiare duro’ la mobilità sostenibile.

Campo ideale per i test sulla mobilità elettrica degli ultimi dieci anni, oggi la tecnologia è sufficientemente matura da essere una realtà facilmente riscontrabile per le strade.

I centri urbani, con le piccole percorrenze, i circuiti spesso a loop e l’esigenza di veicoli di ridotte dimensioni sono il terreno perfetto per l’utilizzo di veicoli a zero emissioni (anche a trazione umana, come cargobike elettriche).

Per le aziende è poi divenuto fondamentale presentarsi con una consistente politica di riduzione delle emissioni nocive, ne va dell’appeal sulla clientela, oltre che della salute del pianeta. 

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