Anche il B2B si sposta online, cambia la distribuzione all’ingrosso

Condividi
L’eCommerce conquista anche il B2B e nella distribuzione degli articoli entrano in gioco nuovi fattori

Non ha seguito la stessa parabola dell’eCommerce B2C, ossia Business-to-Consumer, ma anche per il settore B2B, quello aziendale, il commercio elettronico è divenuto preponderante.

Dunque sono le stesse aziende a spostarsi sul web per gli ordini all’ingrosso, andando ad incidere a loro volta sulla bolla espansiva del commercio elettronico e della relativa distribuzione.

I cambiamenti, però, non arrivano mai da soli e, nella fattispecie, a modificare i modelli distributivi con cui hanno a che fare gli spedizionieri ed i distributori ci si mette anche quel pezzo di ‘nuova normalità’ che sopravvive in molte aziende, in Europa come in America: lo smart working.

Tendenza passeggera? I vertici di colossi dell’eCommerce come Amazon Business sostengono di no.

Leggi anche:
Logistica inversa, dai resi il vero vantaggio competitivo
Rendere l’eCommerce sostenibile: la sfida dei resi

 

La spinta all’online delle aziende

Allo stato attuale delle cose si può affermare che l’eCommerce sia diventato mainstream’ anche nel settore B2B. Dati di osservatori terzi ed imparziali difficile averne, ma il braccio ‘professional’ di Amazon riporta che il 91% degli acquirenti B2B preferisce acquistare online.

Qualcosa è dunque cambiato e, pare, con una certa dose di stabilità: più che un trend, sembra una realtà già affermata, dettata dall’esigenza di rendere gli acquisti più veloci ed efficienti.

Proprio l’efficienza, unita all’agilità, è la principale ragione per cui i manager sembra spingano a sfruttare il canale online, preoccupati dal dover continuamente cercare delle alternative a situazioni di possibile stallo nelle forniture.

 

Leggi anche:
L’eCommerce e la spinta verso l’omnichannel
Trasporto aereo, sempre più sinergico con l’eCommerce

 

Smart Working, fattore di cambiamento

Quesa situazione fa certamente felici le grandi società di smercio digitale, seppur con l’apporto di nuove sfide da affrontare.

Non c’è infatti il solo incremento dei volumi da gestire, ma anche una altro problema che prima della pandemia non esisteva: la frammentazione strema delle consegne, anche nel B2B.

La ragione alla base di questa suddivisione è lo smart working, che a livello globale, in Occidente, è rimasto presente in buona quota nelle grosse aziende, complici i più elevati rendimenti dei dipendenti e il taglio di molti costi altrimenti fissi.

L’impatto sulla logistica non è però da poco: un ordine aziendale è sempre stato scontato che dovesse essere recapitato ad un solo, spesso unico, indirizzo, mentre adesso sono i domicili dei dipendenti ad essere spesso chiamati in causa; questo vale soprattutto per i beni di consumo ‘passati’ dall’azienda al lavoratore.

 

Leggi anche:
Reggere all’ondata dell’eCommerce: digitalizzare il processo di riordino

 

La destinazione del futuro

Questo panorama frammentato anticipa secondo molti la direzione che intraprenderà il futuro dell’eCommerce e dei servizi logistici ad esso collegati, fortemente legato agli spostamenti della forza lavoro sul territorio.

Per chi effettua la distribuzione la customer experience è al centro della pianificazione del servizio e, adesso, anche nel ramo B2B le dinamiche tendono a somigliare a quelle private dei normali consumatori.

Questo espone ad una maggiore sensibilità nella valutazione del servizio stesso e, se vogliamo, porta ad una potenziale volatilità del rapporto, soggetto alla stessa, volubile e mutevole, richiesta di flessibilità che già esiste nel rapporto con il privato.

I servizi per soddisfare anche le aziende con i dipendenti più esigenti si stanno moltiplicando: si tratta di una tendenza in via di affemazione crescente, anche perché consente di ottimizzare i costi, aspetto verso il quale le aziende sono sei pre attente. 

Ti potrebbero interessare