Cambia il ruolo del punto vendita tradizionale: quale ricaduta sulla logistica?

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Il commercio on line e le nuove istanze di sostenibilità stanno rivoluzionando i concetti stessi di negozio fisico e digitale, delineando nuove strategie di supply chain

Le tendenze in atto nel mondo del commercio e i nuovi comportamenti d’acquisto dei consumatori sono oggetto di costante studio e monitoraggio da parte delle maggiori aziende 

I mutamenti  registrati, infatti, non solo influenzano le strategie di vendita ed evidenziano i nuovi equilibri tra canale fisico ed on line, ma, in cascata, forniscono indicazioni utili per progettare supply chain maggiormente coerenti con le attese dei consumatori e dei dettaglianti.

L’ultima indagine al riguardo, condotta da Manhattan Associates, azienda tecnologica nel settore della supply chain e nel commercio omnicanale, consente di mettere a fuoco il nuovo rapporto tra negozio tradizionale e vendite on line e le tendenze che, secondo l’azienda americana, caratterizzeranno il mondo del commercio nei prossimi dodici mesi.

Lo studio ha interessato i principali dettaglianti e consumatori negli Stati Uniti e in Europa, senza tralasciare l’Italia, evidenziando le ricadute sulle diverse componenti della logistica.

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In Store e On line

La pandemia, come ampiamente riconosciuto dai numeri, ha incentivato, in molti casi fortemente accelerato, la crescita del commercio elettronico aumentando la richiesta di servizi fortemente impegnativi per le aziende e per l’intera catena di approvvigionamento.

Relativamente alla realtà italiana, lo studio mostra che l’84% degli intervistati ritiene che il servizio di consegna a domicilio sia il fattore più importante al momento dell’acquisto on line; da notare che il 46% chiede di poter avere una delivery il giorno dopo, mentre il 34% predilige il servizio click and collect, optando quindi per una scelta di ritiro più autonoma, priva del vincolo di attesa del corriere a domicilio.

Ciò dimostra non solo quanto sia importante offrire un ventaglio di possibilità al consumatore relativamente alla tempistica ed al luogo della consegna o del ritiro, ma anche di come stia diventando labile il confine tra vendita on line e nel negozio fisico.

Il panorama commerciale tende a diventare sempre più ibrido e vede, soprattutto dopo l’esperienza pandemica, gli spazi tradizionalmente ad appannaggio del retail fisico fondersi con le esigenze di quello elettronico.

Ma il percorso appare ancora lungo, come testimonia quanto evidenzia la ricerca di mercato: solo il 14% dei dettaglianti intervistati dispone di programmi per interconnettere le proprie attività on line e in store.

Eppure la capacità di fare dell’interconnessione tra funzioni on line e quelle in-store una realtà unica, è destinata a diventare una necessità imprescindibile per affrontare le sfide dei prossimi anni.

Significativi, a tale proposito, anche altri risultati emersi dallo studio: solo il 35% dei retailer italiani offre la possibilità di acquistare nel negozio fisico e operare il reso on line, di poco più alta la percentuale di chi consente di acquistare sul web e fare il reso in store (40%). 

Solo il 4% del campione, infine, ritiene di avere una visione delle proprie giacenze a magazzino comprendente sia l’attività in store che on line.

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La completa visibilità del magazzino

E’, quest’ultimo, un dato che indica il grande lavoro che ancora attende i diversi operatori del settore retail.

In un mercato molto eterogeneo e volatile come quello odierno, essere pronti a reagire ad ogni cambiamento, per quanto repentino sia, diventa, infatti, un vero e proprio must.

Cogliere le opportunità vuol dire anche avere piena conoscenza e quindi visibilità sia delle spedizioni nel loro stato fisico e temporale che del magazzino con la situazione dei relativi stock.

I nuovi comportamenti d’acquisto e la possibilità di soddisfare le attese del mercato impongono quindi di colmare le lacune in tal senso che possono pregiudicare la fedeltà della clientela.

L’utilizzo delle nuove tecnologie digitali per seguire l’iter dei prodotti e dell’automazione del magazzino possono essere fondamentali per il successo e per rinnovare catene di approvvigionamento obsolete.

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Quanto pesa la sostenibilità

Lo studio ha evidenziato anche la crescente importanza che la responsabilità sociale e ambientale dei marchi sta assumendo nelle decisioni d’acquisto.

In particolare, gli appartenenti alla Generazione Z, i segmenti più giovani, tendono a privilegiare i prodotti di marchi il cui vissuto si identifica con i loro valori e manifestano impegno per ambiente e sostenibilità.

A riprova di ciò il 75% del campione degli intervistati italiani ha sottolineato che le iniziative a favore della salvaguardia ambientale ed in generale gli interventi effettuati per migliorare la sostenibilità sono un vettore primario per indirizzare le loro preferenze verso uno specifico marchio.

La percezione di questo nuovo scenario sta inducendo anche i dettaglianti a realizzare supply chain più sostenibili, preoccupazione che si pone ormai al secondo posto tra i loro obiettivi professionali per il 2023 con il 30% delle citazioni, preceduta dalla ricerca di soluzioni di customer service (37%) e seguita dalla possibilità di offrire maggiori opzioni di scelta in termini di date per la consegna (29%).

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