Consegne efficienti e sostenibili anche in zone rurali o montane: dai droni la soluzione

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Sovrapprezzi, tempistiche dilatate, quantità limitate: tutti problemi usuali per le consegne in zone meno dotate di infrastrutture come campagne e aree montane. I droni potrebbero cambiare le carte in tavola

Che i droni siano sempre più utilizzati per la consegna di prodotti, inclusi medicinali e altri beni, in luoghi difficili da raggiungere o in situazioni in cui la consegna tradizionale potrebbe essere inefficiente o impossibile, è risaputo.

La tecnologia in sé offre diversi vantaggi, dalla velocità di esecuzione, sfruttando le ‘strade del cielo’, alla facilità di raggiungere luoghi isolati; esistono però sempre delle limitazioni al loro impiego, sia di natura tecnica, sia di natura normativa.

Ciò malgrado, l’idea che i droni possano servire a decarbonizzare le consegne e che possano servire più efficientemente zone remote o carenti di infrastrutture tradizionali prende sempre più campo. Quali sono dunque le aree che corrispondono ad un tale identikit? Non è necessario pensare alla giungla o ai deserti sub-sahariani: oltre che per situazioni estreme, il delivery tramite drone potrebbe attenuare le tipiche scomodità del vivere in zone rurali o di montagna.

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Aree rurali e consegne via drone

Un Paese che si è posto il problema è il Regno Unito, dove la campagna la fa da padrona e dove, evidentemente, l’infrastruttura autostradale non attenua i problemi di una distribuzione capillare esasperata dagli ordini effettuati su Amazon.

L’aumento di traffico che ne deriva non deve avere un impatto trascurabile – lo vediamo d’altronde anche in Italia – non soltanto sui centri urbani, ma anche nelle aree rurali, portando con sé anche un incremento in termini di inquinamento (va tenuto conto che lo UK si appoggia in gran parte sulla produzione di energia da centrali a carbone e che negli ultimi dieci anni ha investito molto per invertire la tendenza).

Di recente, proprio il Dipartimento dei Trasporti britannico ha assegnato un finanziamento di 1,96 milioni di sterline a 67 progetti incentrati sulla tecnologia dei trasporti, nell’ambito del programma di sovvenzioni per la ricerca e l’innovazione dei trasporti (TRIG) del governo di Londra: tra questi, spicca proprio un progetto per «esplorare come droni autonomi basati su piccoli hub di consegna possano essere utilizzati per consegnare pacchetti di piccole dimensioni più velocemente e a costi inferiori nelle aree rurali difficili da raggiungere».

 

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Risparmi e automazione 

L’idea del progetto (portato avanti da IONA Logistica) è che l’uso dei droni per la consegna di piccoli pacchetti alle aree rurali possa ridurre i costi, i tempi di consegna e le emissioni di carbonio, aumentando al contempo l’efficienza.

Il finanziamento governativo contribuirà anche allo sviluppo di un sistema autonomo di spedizione di pacchi e di cambio batterie, per sfruttare appieno il potenziale delle reti di logistica autonome.

Uno dei limiti dei droni nel loro essere impiegati per le consegne è dato proprio dalle batterie, che devono essere sostituite frequentemente per evitare il fermo del velivolo in attesa della ricarica.

 

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Un futuro da semplificare

Malgrado le applicazioni reali che vedono droni consegnare merci, anche sensibili, in zone di guerra, colpite da disastri naturali o, più semplicemente, dove l’infrastruttura tradizionale non permette trasporti efficienti, ci sono limiti ben più ‘burocratici’ da appianare.

Le autorità regolatorie di ogni Paese, infatti, hanno norme specifiche per l’uso dei droni, che vanno dai requisiti di registrazione alle restrizioni di volo, passando per le misure di sicurezza. Rispettare queste norme è importante per garantire la sicurezza delle persone e degli altri velivoli durante le operazioni di consegna dei droni, ma, almeno a livello europeo, sarebbe senz’altro più semplice se le regole fossero unificate.

Nonostante ciò, sono molte le aziende che stanno sperimentando e implementando sistemi di consegna tramite droni con successo in diverse parti del mondo: le opportunità più interessanti vengono proprio dai luoghi più difficili da raggiungere, che spesso corrispondono anche a quelli che hanno una marcata esigenza di preservare l’ambiente naturale dall’inquinamento.

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