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Last Mile, tecnologie sempre più strategiche per la competitività

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Il settore delle consegne Last Mile – o ‘ultimo miglio’, in italiano – non è che uno dei tanti in rapidissima trasformazione per via dell’adozione (e della persuasione) di sempre nuove tecnologie. 

Tecnologie avanzate, nemmeno a dirlo, che si mostrano come innovazioni in grado non solo di migliorare l’efficienza operativa del Last Mile, ma di offrire anche vantaggi strategici significativi per le aziende. Quanto, però, le principali tecnologie e ‘best practices’ usate nell’ultimo miglio stiano facendo la differenza nel mercato del last mile è difficile da quantificare senza fare un quadro d’insieme della loro diffusione.

Last Mile, dai droni ai veicoli autonomi

Sono impossibili da ignorare e non solo per il tipico ronzìo: i droni sono entrati ormai a pieno titolo nel settore delle consegne, abbattendo i tempi di consegna, dal momento che possono aggirare l’annoso problema del traffico, e barriere – sia fisiche, sia concettuali – nel raggiungere aree remote fino ad oggi troppo onerose da collegare per essere prese in considerazione. 

Un esempio viene da Wing, una sussidiaria di Alphabet Inc., che è all’avanguardia con le sue consegne tramite droni: in Paesi come l’Australia e gli Stati Uniti, dove le distanze sono notevoli e i centri abitati afflitti da una concentrazione di veicoli che provoca quotidiani ingorghi, i droni di Wing consegnano pacchi in pochi minuti, bypassando i problemi di traffico tradizionali. Si ha dunque un’accelerazione delle consegne in ambito urbano, ma anche nuove possibilità per raggiungere aree difficili da servire.

Ci sono poi i veicoli autonomi, che stanno anch’essi trasformando prassi e abitudini nelle consegne. Le loro caratteristiche sono la gestione con facilità di volumi maggiori di merci e la possibilità di muoversi autonomamente, riducendo la necessità di conducenti umani, la cui carenza è un problema già noto al settore dei trasporti. 

Tra i veicoli autonomi si possono annoverare anche piccoli robot sviluppati per compiere l’ultimissimo metro di una consegna: Starship Technologies, ad esempio, utilizza robot che attraversano i marciapiedi – sono in servizio in città come Londra e San Francisco – consegnando i pacchi più piccoli direttamente in mano ai clienti.

Nei casi citati la tecnologia sta apportando al Last Mile tempi di consegna più rapidi che mai in passato, accesso facilitato a località remote, costi operativi inferiori in virtù della minore necessità di conducenti umani e un certo effetto distintivo per il Marchio grazio all’uso di tecnologie avveniristiche.

Il Last Mile guidato dall’IA

L’IA c’entra anche con il Last Mile: essa sta infatti trasformando il modo in cui i percorsi di consegna vengono sia pianificati che eseguiti

L’ottimizzazione dei percorsi effettuata dall’IA utilizza l’apprendimento automatico per elaborare dati in tempo reale, come le condizioni del traffico, il meteo e le chiusure stradali, tutte informazioni grazie alle quali rimodula continuamente i percorsi di consegna. 

Questa volta l’esempio applicativo nel Last Mile arriva da un grande nome delle consegne: il sistema ORION di UPS è infatti un esempio eccellente di questa tecnologia in azione. ORION aiuta i conducenti di UPS a trovare i percorsi più efficienti, risparmiando milioni di litri di carburante ogni anno e riducendo l’usura dei veicoli.

L’impatto strategico, per l’azienda, si traduce in risparmi sui costi di carburante e manutenzioni, nonché in un servizio più veloce e affidabile che si ripercuote positivamente sulla soddisfazione del cliente.

Certo, arrivare prima e con meno fatica a destinazione incrementa ancora una volta l’efficienza operativa.

I modelli di consegna crowdsourced nel Last Mile

Le cosiddette ‘reti peer-to-peer’ rappresentano uno schema di lavoro molto sfruttato nel Last Mile: questi modelli di consegna, detti anche crowdsourced, si basano sulla collaborazione di singoli individui presenti su uno specifico territorio per gestire le consegne, creando una rete flessibile e scalabile. Amazon Flex è un ottimo esempio di crowdsourcing in azione: permette agli individui di consegnare pacchi Amazon utilizzando i propri veicoli, fornendo all’azienda una soluzione di consegna flessibile e conveniente.

Questa dinamica va a braccetto con la ‘gig economy’, ossia tutta quell’economia che ruota intorno a quelli che vengono in gergo chiamati ‘lavoretti’. Integrarsi con le piattaforme che oggi offrono la possibilità di svolgere lavori saltuari consente alle aziende di sfruttare un vasto pool di conducenti indipendenti per le consegne. UberEats, ad esempio, collabora con una vasta rete di conducenti indipendenti per gestire volumi di consegna fluttuanti e rispondere efficacemente ai periodi di picco della domanda.

La strategicità delle consegne crowdsourced sta principalmente nella flessibilità derivante dalla capacità di scalare rapidamente le risorse a disposizione per le consegne in base alla domanda, accompagnata dalla riduzione dei costi generali rispetto a quelli che comporterebbe la gestione di una flotta dedicata.

Last Mile e pratiche di consegna sostenibili

Con la crescita delle attenzioni nei confronti dell’ambiente, molte aziende stanno investendo in veicoli elettrici o ecologici a vario titolo. Un programma all’avanguardia nella logistica verde è GoGreen di DHL, che integra veicoli elettrici e ibridi nella flotta della multinazionale delle consegne per ridurne la carbon footprint.

Tra le best practices ambientali nel Last Mile, si trova anche il capitolo imballaggi ecologici: le innovazioni nel packaging, come il ricorso a materiali biodegradabili e l’ottimizzazione delle dimensioni dei pacchi, fanno parte della spinta verso la sostenibilità. 

Il packaging ecologico ricorre a materiali biodegradabili e compostabili, che si decompongono naturalmente senza lasciare residui tossici, ma anche materiali derivati da prodotti di scarto riutilizzati e che possono essere riciclati nuovamente. 

Si tratta di componenti progettati per ridurre il volume di scarto e l’impatto ambientale complessivo.

Unilever, ad esempio, si è impegnata a fare ricorso a imballaggi sostenibili con quello che ha chiamato “Piano di Vita Sostenibile”.

Anche qui si hanno una riduzione delle emissioni di carbonio e un miglioramento della sostenibilità, oltre che, analogamente ai veicoli autonomi e alla programmazione dei percorsi tramite IA, riduzioni a lungo termine dei costi di carburante e di manutenzione.

Sussiste poi la reale possibilità di attirare a sé quella fetta di consumatori eco-consapevoli e di migliorarne la fedeltà al marchio.

Fonte: scmr.com

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