Magazzino: sicurezza e nuove tecnologie

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L’introduzione di nuove tecnologie per migliorare efficienza e sostenibilità ed ottimizzare I processi non deve far dimenticare la sicurezza nei luoghi di lavoro

Il tema della sicurezza sul lavoro ha acquisito negli anni un ruolo sempre più centrale anche alla luce del rapido sviluppo di alcuni settori di attività e dell’introduzione di nuove tecnologie che stanno fortemente modificando le condizioni stesse di lavoro.

Un chiaro esempio è dato dalla logistica, rappresentata statisticamente a livello europeo dal comparto del magazzino e dei trasporti, che ha registrato, negli ultimi anni, l’esplosione dell’e-commerce con conseguente trasformazione di attività, modalità e tempi di esecuzione.

Allo stesso tempo, in risposta alla maggior volatilità dei mercati ed alla necessità di recuperare efficienza attraverso l’ottimizzazione dei processi, ha anticipato l’adozione di nuove tecnologie digitali e, in gran parte, realizzato l’automatizzazione dei magazzini.

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Una vera e propria rivoluzione che, tuttavia, non sembra aver avuto una immediata ripercussione sui dati degli infortuni sul luogo di lavoro dei suoi addetti che rappresentano un insieme eterogeneo con una molteplicità di qualifiche spesso difficilmente definibile.

Si stima infatti che gli infortuni riguardanti il settore Trasporto e Magazzinaggio in Europa si sia, al momento, stabilizzato su circa 280.000 casi per anno così come il dato nazionale oscilli nell’intorno delle 40.000 unità/anno (dato INAIL) di cui il 50% circa riferibile a personale non qualificato, addetto allo spostamento merci.

Gli incidenti nell’abito logistico in Italia rappresentano poco meno del 10% circa del totale degli infortuni sul lavoro denunciati annualmente in tutti i settori, al netto di quelli considerati in itinere, fuori dal luogo di lavoro.

Una situazione migliore di quella che negli Stati Uniti sta portando a richiami da parte del Dipartimento per la sicurezza e salute sul lavoro (OSHA) per  prestare attenzione ai pericoli cui sono soggetti i lavoratori dei magazzini.

 

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Principali rischi

Una ricerca di alcuni anni fa, sosteneva che negli Stati Uniti il magazzino era uno dei luoghi più pericolosi, indipendentemente da un settore specifico, e che nel 2016 il 5% dei suoi addetti aveva subito un infortunio o una malattia sul lavoro.

Al di là del gravoso dato americano, che fortunatamente non trova riscontro in Europa ed in Italia, sono da considerare attentamente le situazioni che possono generare i principali pericoli.

Il magazzino, infatti, è un mix in costante movimento, di persone, veicoli e attrezzature ed è necessaria una specifica formazione e conoscenza dell’ambiente per minimizzare i rischi di subire incidenti.

E’ quindi necessario per i gestori dei magazzini dedicare tempo per istruire il personale ed aggiornare continuamente le procedure e le politiche di sicurezza per coprire tutti i potenziali pericoli.

Il lavoro di magazzino, spesso, risulta molto ripetitivo e ciò espone a perdita del corretto livello di attenzione. 

Da ciò deriva l’importanza della prevenzione, che pretende sempre l’utilizzo dell’attrezzatura e dell’equipaggiamento di sicurezza secondo le prescrizioni delle norme che, in molti casi, però, vengono ignorate, sottovalutando il pericolo e sopravalutando le proprie capacità di reazione e la propria esperienza.

Una causa sempre più diffusa di incidenti è determinata, poi, dai ritmi di lavoro particolarmente intensi imposti dalle nuove esigenze del mercato che dilatano i margini di errore con la richiesta di turni lunghi e stressanti, spesso determinati da carenza di personale.

 

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L’impatto delle nuove tecnologie

Non si può pensare, come talvolta accade, che le nuove tecnologie digitali possano aumentare la sicurezza del luogo di lavoro semplicemente sostituendo gli uomini con macchine o robot.

Molto spesso, infatti, ci si ritrova in presenza di pericoli di carattere diverso, di più difficile identificazione ma non per questo meno pericolosi.

L’uso delle tecnologie digitali, al superamento di determinati limiti, può infatti avere ripercussioni sulla sfera della salute intensificando i ritmi lavorativi, dilatando i tempi del lavoro e provocando un vero e proprio stress da sovraccarico di informazioni da gestire.

Non a caso il legislatore italiano ha previsto con apposita legge il diritto alla disconnessione dagli strumenti digitali e precisi tempi di riposo.

Inoltre, l’utilizzo d strumenti digitali, dai monitor ai dispositivi indossabili, durante l’attività possono comportare problemi di ergonomia non trascurabili.

In pratica si apre un nuovo capitolo, ancora poco esplorato, ma da sviluppare e considerare per la tutela della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro. 

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Addestramento e formazione

Da quanto fin qui esposto risultano di massima importanza l’addestramento e la formazione del personale, tenendo conto che l’uno non può escludere o sostituire l’altra.

L’addestramento professionale è essenziale soprattutto in presenza di una realtà  molto spesso non qualificata per non dire impreparata.

La formazione alla sicurezza deve però diventare una necessità autonoma altrettanto importante ed istituzionalizzata, lontana dal concetto di somministrazione “una tantum” che molte aziende intendono.

Tanto più che essa costituisce materia in continuo aggiornamento e trasformazione sia nelle prescrizioni che nei protocolli e nel corretto uso delle dotazioni di sicurezza.

Le sessioni di formazione dovrebbero inoltre aiutare le persone ad acquisire consapevolezza collettiva della necessità di disporre di un ambiente di lavoro sicuro ed in grado di garantire ad ogni persona la corretta prevenzione.

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