Navigazione sostenibile: il futuro verde dello Shipping

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Da Maersk all’industria marittima statunitense, l’impegno per ridurre le emissioni inquinanti

A fronte delle continue pressioni dall’esterno e dall’interno del settore – ci riferiamo alle decisioni dell’International Marittime Organization in materia di emissioni inquinanti nell’industria marittima – lo shipping ci tiene a rimarcare che soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale delle grandi navi sono già in adozione. 

Le informazioni provengono da attori privati di prim’ordine come Maersk, cui si affiancano iniziative di consorzi industriali: ecco alcuni esempi.

L’iniziativa Eco Delivery Ocean di Maersk

Laddove vi è un interesse, l’industria tende ad orientarsi: Maersk, ex regina indiscussa dello shipping e comunque ai vertici delle flotte globali di portacontainer, ha notato proprio un crescente interesse dei propri clienti per le soluzioni sostenibili. 

Così la compagnia danese fa sapere che la sua iniziativa Eco Delivery Ocean, che progetta la sostituzione dei combustibili fossili con carburanti verdi, come il biodiesel e il metanolo, sta vivendo una progressione significativa: sono stati più di 660.000 i TEU trasportati con carburanti verdi nel 2023, che rappresenta un aumento significativo rispetto ai 480.000 TEU del 2022.

Nel 2023, 212 clienti del portafoglio Maersk hanno scelto Eco Delivery Ocean per i loro trasporti marittimi, con un risparmio di oltre 683.000 tonnellate di gas serra.

Ane Maersk: un altro passo verso la sostenibilità

Nel frattempo, poiché i fronti aperti sono più d’uno, la Ane Maersk, prima grande nave portacontainer alimentata a metanolo, ha recentemente completato il suo viaggio inaugurale. 

Si tratta di una nave cargo con una capacità di oltre 16.000 TEU, che utilizza per alimentare i motori bio-metanolo ecologico: il risultato è un’emissione di gas serra inferiore di circa due terzi rispetto ai combustibili fossili convenzionali.

Anche questo può rappresentare un passo importante verso la riduzione delle emissioni nell’industria dello shipping.

L’ammoniaca come carburante navale

Intanto, si muove anche l’industria navale americana. Un recente Memorandum of Understanding (MOU) prevede di testare l’utilizzo dell’ammoniaca come carburante navale sulla costa occidentale degli Stati Uniti. 

Questo studio di fattibilità coinvolgerà il porto di Oakland più altri scali principali sulla West Coast, mettendo assieme ABS, CALAMCO, Fleet Management Limited, Sumitomo Corporation e TOTE Services. 

L’obiettivo che il MOU si prefigge è la creazione di una catena di approvvigionamento completa e competitiva per la fornitura di bunker a base di ammoniaca pulita da nave a nave: il test prende le mosse da un sito di stoccaggio già esistente nello scalo di Stockton e rappresenta primo passo verso l’adozione diffusa dell’ammoniaca come carburante marino sulla costa occidentale degli Stati Uniti.

L’ammoniaca, che non emette CO2 quando viene bruciata, è considerata uno dei carburanti marini alternativi più promettenti per ridurre le emissioni dirette di gas serra all’interno dell’industria marittima.

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