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Magazzini, la richiesta italiana è per edifici all’avanguardia

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Prologis Park Lodi - via Prologis.it
Le ultime costruzioni confermano la tendenza a privilegiare le scelte ambientali

Negli ultimi anni la sensibilità ambientale da parte di chi commissiona un polo logistico è cresciuta: lo testimoniano le esperienze promosse dagli stessi operatori del settore immobiliare specializzato, che investono ormai in strutture che ibridano spesso know how differenti.

Le nuove piattaforme logistiche non vogliono solo essere moderne e strategiche, ma anche ad impatto minore possibile. Un capitolo che cresce di pari passo è poi quello della qualità di vita dei dipendenti.

Prologis Park Lodi – via Prologis.it
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Nuovi magazzini: abbasso l’impatto

Una caratteristica dei nuovi progetti in via di realizzazione e dei parchi logistici costruiti in questi mesi è il tentativo sempre più organico di integrazione con l’ambiente circostante.

Diversi i progetti che hanno visto la luce che testimoniano questa tendenza: si possono annoverare esperienze che uniscono la funzionalità di un polo industriale alla land art, come il tentativo di trasformare le superfici delle strutture stesse in tele d’autore.

In generale la progettazione dei nuovi edifici per la logistica ignora meno che in passato il paesaggio circostante, scegliendo materiali, colori e forme che impattino meno.

 

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Risparmio energetico su tutto

Fotovoltaico e relamping sono le due strategie più accolte, con il largo utilizzo di fonti di illuminazione a bassissimo consumo come il LED.

Disporre di impianti di generazione di energia elettrica da fotovoltaico scalati per le esigenze del parco logistico fa la differenza: i risparmi si conteggiano in kWh annui ed in tonnellate di CO2 non emessa.

Un altro aspetto sono le coibentazioni, che negli edifici di nuova generazione permettono di abbassare tantissimo il fabbisogno energetico.

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Comfort, ma anche svago

Si lavora meglio se si è in un ambiente piacevole. Così anche i parchi logistici ed i magazzini si stanno votando a politiche di welfare verso i dipendenti che li animano e che, letteralmente, li vivono giorno dopo giorno.

Esistono così complessi come Parklife a Lodi, dove la Urban Art rende quello che sarebbe un tipico luogo per soli ‘addetti ai lavori’ interessante anche per dei turisti o centri logistici studiati per consentire le attività sportive ed all’aria aperta dei lavoratori.

 

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Una compensazione naturale

Recentemente c’è anche chi ha adottato delle strategie di compensazione, oltre che di integrazione, come ad Anagni, dove alla costruzione di un parco logistico è corrisposta la piantumazione di ulivi e l’installazione di arnie per le api.

Ricorrendo anche alla bioedilizia si raggiungono risultati ragguardevoli, aprendo la strada ad un futuro che vede un oggetto classicamente inviso agli amanti della natura – il capannone industriale – diventare qualcosa di sempre meno riconoscibile.

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