Reshoring, la Supply Chain del fashion torna in Italia

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Tra Covid e costi delle materie prime, scatta l’effetto ‘ri-localizzazione’ e cresce la richiesta per una logistica su misura e made in Italy

Parliamo spesso della pandemia e dei suoi effetti: d’altronde, come non farlo dato l’impatto innegabile su tutti gli aspetti del consumo, della distribuzione e della produzione.  Una delle reazioni più inaspettate – ma invocate già a pochi giorni dai primi lockdown mondiali – si concretizza ad un anno e mezzo di distanza con il fenomeno del ‘reshoring’.

Il mondo del lusso e del fashion sta infatti cercando sempre più una ri-localizzazione della catena logistica per i propri prodotti, con risultato un aumento della domanda per questa tipologia di servizi nel nostro Paese, da sempre considerato una delle patrie della moda.

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Reshoring nel Nord Est

Un esempio di quanto detto viene dal case history di una multinazionale della logistica che ha sede nel bergamasco e che, dopo decenni di core business imperniato sui trasporti eccezionali di macchinari di grandi dimensioni, si trova a vivere una seconda giovinezza grazie al fashion.

L’azienda in questione è Bracchi, che sta cogliendo il fenomeno di ritorno dovuto alla pandemia ed alla ‘ribellione’ nei confronti del ‘far east’ come fornitore unico offrendo un modello di logistica in outsourcing che ha l’obiettivo di rispondere a grandi picchi di domanda mantenendo al contempo una qualità sartoriale.

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L’era del reshoring secondo Bracchi

«Il covid e la crisi delle materie prime hanno dimostrato che la dipendenza dal Far East, e dunque dalla logistica via container, non è sostenibile nel medio periodo – spiega il business developer Matteo Vaccari Molte griffe stanno riportando la produzione in Italia, molte tra quelle più celebri a livello internazionale hanno attivato produzioni in Veneto, dove nel frattempo gli artigiani specializzati nelle lavorazioni conto-terzisti non hanno più la capacità produttiva di qualche anno fa. Per questo abbiamo deciso di investire nei macchinari di stiratura industriale, ma anche nei relativi impianti di aspirazione: siamo convinti che il mondo della logistica fashion sia ad una svolta epocale, è iniziata l’era del reshoring».

Matteo Vaccari
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Hub dedicati ed investimenti milionari

Il dipartimento Fashion di Bracchi lavora con le più note eccellenze Italiane, collezioni che devono essere tutelate sotto tutti gli aspetti, dalla sicurezza alla qualità fino alla segretezza e alla tutela della creatività. Allo stesso tempo il modello di logistica in outsourcing di Bracchi, mantenendo la propria indipendenza, riesce a garantire un servizio sartoriale, capace di seguire la stagione della moda e le sue esigenze sia nella fase iniziale di stiro e ricondizionamento, fino alla consegna nei singoli retail a livello europeo.

La struttura di Tombolo nel Padovano (sede in gestione dal 2017: su questa è stato investito 1 milione di euro tra attrezzatura, impiantistica e sistemi di sicurezza) è il polo fashion di Bracchi specializzato nelle attività di stiro, controllo qualità e ricondizionamento, attività altamente specializzate. 

Lo stabilimento ha capacità di gestire oltre 25.000 capi al giorno su un’area di oltre 10.000 metri quadri. Il magazzino supporta l’area tecnica con strutture e strumenti per lo stoccaggio temporaneo o stagionale per la preparazione e divisione ordini clienti. Nel magazzino oggi vengono gestiti due milioni di capi all’anno, principalmente abbigliamento e calzature. 

Le attività principali vanno dallo stiro in tutte le sue forme (ferro, manichino, topper e tunnel), al controllo qualità fatto da mani ed occhi esperti in grado vagliare e risolvere anche i problemi più delicati. Ed è qui che l’azienda ha deciso di investire sempre più in attrezzature all’avanguardia per lo stiro industriale.

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Esperienza, ma anche tanta ricerca

«La storia di Bracchi nel modo della logistica fashion ha alle spalle più di 30 anni di esperienza nella gestione delle spedizioni per i migliori marchi del settore moda made in Italy», precisa Vaccari. 

«Negli ultimi anni ci siamo concentrati sullo sviluppo dei servizi collegati alla logistica fashion, un settore storicamente molto difficile per la stagionalità e la manualità necessaria, fatto solo da poche aziende esperte del settore. Un’azienda di moda oggi deve concentrarsi sul suo core business ed affidarsi a mani e teste specializzate nel fornire servizi, perché la logistica non è solo un magazzino, ma è una continua ricerca di moderne soluzioni per la gestione di prodotti che sempre più spesso corrono veloci».

E per sostenere la velocità è necessario investire in ricerca e sviluppo. Negli ultimi anni è infatti avvenuta in Bracchi una rivoluzione tecnologica verso una logistica 4.0 sempre più informatizzata: codici a barre e locazioni statiche sono sostituite oggi da locazioni dinamiche gestite con tecnologia RFID, ossia capace di comunicare i dati tramite le radiofrequenze, soluzioni informatiche che riescono sempre più a dare precisione ed affidabilità nelle consegne, nell’ottimizzazione degli spazi che sempre di più incidono nei costi. Se prima si gestiva un intero pallet, ora ogni singolo capo di abbigliamento è schedato nei database aziendali e in ogni momento è possibile sapere in che angolo del magazzino è stato stoccato.

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