Ultimo miglio e crisi energetica: se usassimo le cargo bike?

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courier traveling with his cargo bike through the city, lateral view

Solo pochi anni fa sarebbe stato impensabile immaginare i numeri su cui, secondo l’indagine European Cargo Bike Survey 2022 condotta per conto di Cyclelogistcs, il settore di mercato delle bici adibite al trasporto cose oltre che persone, si sta esprimendo in Europa. Alla trentesima edizione di EuroBike il successo delle cargo bike è stato certificato con una crescita del 38% nel 2020 e del 66% nel 2021 […]

Solo pochi anni fa sarebbe stato impensabile immaginare i numeri su cui, secondo l’indagine European Cargo Bike Survey 2022 condotta per conto di Cyclelogistcs, il settore di mercato delle bici adibite al trasporto cose oltre che persone, si sta esprimendo in Europa. 

Alla trentesima edizione di EuroBike, principale fiera europea dedicata alla bicicletta, tenutasi a Francoforte dal 13 al 17 luglio 2022, il successo delle cargo bike è stato certificato con una crescita del 38% nel 2020 e del 66% nel 2021, mentre la proiezione all’intero mercato europeo per l’anno in corso, sulla base delle attese di un campione di aziende intervistate forse non completamente rappresentativo sul piano statistico ma certamente fortemente indicativo, rivela una previsione di vendita nel range di 400-500.000 unità.

Dimensioni che attribuiscono alle cargo bike la più rilevante crescita nell’ambito del mercato green e le cui potenzialità appaiono ancora inesplorate tanto più che la crisi energetica sempre più pressante spinge gli operatori alla ricerca di soluzioni più economiche per il trasferimento di beni all’interno delle città.

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Dal trasporto persone alle merci

Nate per facilitare il trasporto di piccole cose, come ad esempio la spesa familiare, ben presto adottate nei paesi del nord Europa come modalità per portare i bambini a scuola o farli partecipi di una gita in bici con l’intera famiglia, le cargo bike hanno avuto un notevole impulso dalla disponibilità di modelli equipaggiati con motore elettrico.

La ricerca di soluzioni ecologiche per le consegne in città le sta ora facendo adottare da numerose aziende rendendole popolari in quasi tutti i paesi. 

L’indagine sopra citata, seppur su base campionaria, evidenzia in particolare che ben l’87% delle aziende di delivery europee utilizza per la propria operatività a livello locale le cargo bike che hanno quadruplicato la loro presenza nelle flotte aziendali rispetto al 2019.

Ciò ha consentito, nello stesso arco temporale, di triplicare il numero di lavoratori addetti con un forte coinvolgimento femminile che mediamente rappresenta un quarto del personale impiegato.

Come detto, i veicoli elettrici hanno dato un ulteriore spinta allo sviluppo del settore convincendo molti operatori al loro utilizzo. Ne è esempio Amazon che ha iniziato ad impiegarle per le proprie consegne nel centro di Londra.

 

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Economicità ed efficienza

I difficili momenti che l’Europa sta vivendo in termini di emergenza energetica colpendo con insostenibili aumenti del costo dei carburanti proprio il mondo della logistica, rappresentano un ulteriore invito a ricercare nuove modalità per salvaguardare l’efficienza delle consegne.

Le cargo bike elettriche, oltre a contenere i costi d’acquisto e di gestione, presentano indubbi vantaggi sia per quanto riguarda l’azzeramento delle emissioni inquinanti, sia in termini di velocità ed efficienza del servizio offerto per lo meno nella mobilità urbana.

È stato calcolato, nell’ambito del progetto europeo City Changer Cargo Bike (CCCB) che la sostituzione di un furgone a trazione convenzionale con una e-cargo bike produce il risparmio di 5 tonnellate di CO2 in un anno oltre al vantaggio per l’ambiente di vedere azzerate tutte le emissioni nocive alla salute.

 

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Inoltre, test effettuati dall’ONG Possible unitamente all’Università di Westminster, resi noti in questi giorni nell’ambito dello studio “The promise of Low-Carbon Freight” hanno dimostrato che il servizio reso da una cargo bike elettrica è più veloce di quello, a parità di condizioni ambientali, di un furgone tradizionale. Quest’ultimo deve infatti scontare nei suoi tempi di percorrenza impedimenti come traffico, code, itinerari più lunghi per evitare ZTL ed aree ciclo pedonali, ricerca di un parcheggio oltre a doversi adattare a normative spesso limitative per l’ingresso nei centri storici cittadini dei veicoli a motore endotermico.

Tutti elementi che finiscono per vanificare il vantaggio del furgone in termini di maggior capacità di carico ed attirano sempre più gli operatori della logistica cittadina alle prese, tra l’altro, con la crescita della domanda generata dall’e-commerce vincolata a consegne di piccole dimensioni e caratterizzata da maggior frequenza e capillarità.

In questo contesto l’Italia rimane fanalino di coda, penalizzata dall’assenza di norme che ne agevolino la diffusione e dai ritardi registrati nella stesura dei decreti attuativi degli ultimi provvedimenti predisposti dal Governo.

Malgrado ciò le previsioni sono ottimistiche visto che il contesto internazionale appare favorevole ad una nuova mobilità urbana nella quale le cargo bike vengono indicati dalla stessa Commissione europea come una priorità per spostamenti puliti futuri ed una soluzione per decarbonizzare i trasporti.

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